Insight / no-site

cibo corpo paesaggio

progetto di Oskar Barrile

 

Insight - no site è’ un vecchio gioco di parole utilizzato tra l’altro anche dal compianto Smithson per le sue famose installazione di land-art negli anni ’70. Un nonsense che serve qui per una nuova interpretazione delle categorie di cibo corpo paesaggio. Il riferimento è antropologico e abbraccia nella totalità i tempi dell’esistenza umana in questo pianeta: vissuta pensata immaginata ed ora anche virtuale.

 

Il paesaggio   E’ l’ambiente visto attraverso la memoria umana: percezione e rielaborazione. Qualcosa che unisce nell’essenzialità oggi più che mai i graffiti preistorici pieni di segni indecifrabili che indicano rituali, mappe o percorsi e l’insieme di tracciati e stringhe che guidano la navigazione sul web. Fra tutto questo il corpo umano attore indiscusso dalla comparsa dell’umanità di questa interazione con il mondo,  primo paesaggio/mappa di questa esplorazione.

 

 

Il cibo   L’acqua come nutrimento archetipico dell’esperienza umana. Insufficiente per mantenersi indispensabile per vivere. E’ l’unico cibo in comune a tutti gli uomini di tutte le epoche. Quasi un cibo virtuale che ha in sé una forte omologia con la tecnologia della nostra epoca, non più basata su un medium meccanico (macchina a vapore, stampa ecc.) ma sull’elettronica. L’informazione come flussi di dati anche nel Web, il luogo virtuale per eccellenza, dove non a caso non si circola né si marcia ma si naviga.

 

 

 

 

 

La web experience   Sono una serie di brevi filmati realizzati attorno a questa suggestione/iterazione tra cibo corpo paesaggio, fanno tutti parte di unico corto in digitale montato e successivamente spezzato per lasciare libera la sequenza con la quale visionarli.

Sono stati girati lungo le sponde del fiume Esino e presso il sito archeologico del Monte Conero chiamato graffiti rupestri. Si tratta di una grande lastra di pietra che appare percorsa da profonde incisione che a volte terminano in piccole vasche di raccolta a forma conica. Le ipotesi più attendibili vedono questo sito come una pietra rituale dove forse veniva fatta scorrere dell’acqua per qualche rito propiziatorio riferito all’acqua o la fertilità (il Monte Conero è ricchissimo di acque interne ma privo di corsi d’acqua regolari), oppure si ipotizza possa trattarsi di una mappa ma per il momento entrambe restano delle ipotesi.